mercoledì 2 settembre 2020

 



Non so: un lontano amico, un tipo d'esistenza che avrei voluto vivere, un'amabilissima persona. Mi ha fatto comunque male sapere che non è più.




giovedì 6 agosto 2020

Per la mia fine



Per la mia fine vorrei essere vestito solo d'un paio di boxer bianchi -o neri, a scelta- sopra, una semplice maglietta -quella con gli occhi impressionanti dell'aquila va benissimo- i capelli come adesso corti -giusto mezzo centimetro- la barba fatta, abbondante profumo Tommy addosso, la borsa con me del lupo che i denti digrigna, sopra ciascuno degli occhi una moneta: cremato quindi il corpo, magrissimo, peloso. Che intorno si beva vino -possibilmente rosso- qualcuno suoni, qualcun'altro balli, si leggano versi -non solo miei- si facciano disordinati, confusi discorsi. Spero che qualcuno di nascosto trombi.

Lossia          


Alla purezza



Comunque alla purezza innominabile 
immonda 

tutti del Gran Principio è che si ritorna, smarrita

quale che sia ciascuno la strada la forma



mercoledì 5 agosto 2020

E poi allora (lt13)

Verremo a Parigi con un furgone Wolkswagen con le margherite dipinte

lunedì 3 agosto 2020

Vecchi ricordi pop (lt13)

La forma più evoluta di uomo è il poeta ,
secondo il filosofo,
terzo il matematico,
quarto  il panettiere,
quinto la benzinaia con la canottiera scollata senza reggiseno di via ....

martedì 28 luglio 2020

Varie



Reputano alcuni, detti

chissà perché credenti,

si debba venir poi risarciti

            per essere esistiti




Dell'abisso ciascuno figura

più o meno interessante, forma

comunque inesauribile, dunque

in definitiva

                 alla radice abisso




lunedì 27 luglio 2020

In exergo





-Segui la Forza, Luke, segui
la Libido-

Obi Jung Kenobi







domenica 26 luglio 2020

Bob Sinclair


Cristina



Ieri era il mio cinquantaseiesimo compleanno, e ieri mi hanno comunicato che una mia amica e collega era entrata in sedazione finale: durante la notte è morta. Un paio di mesi fa le avevano diagnosticato un tumore, ormai in metastasi. Lei ne aveva quarantasei, di anni, e come me una figlia, della mia di qualche anno più piccola: "magari morire significa tornare, in un modo terribile, della vita al principio, alla sua fonte alla sorgente: magari."


L’enorme rogo dionisiaco ch’è nel cielo
d’estate il sole, s’è fatto per te adesso quello nero
della cancellatura finale, della suprema
                                                                 abrasione



E’ fuoco il tempo
che divora e consuma, un fiume
proprio che non torna -Eraclito lo dice- 
                                     identico mai
mentre a foce trascina, e inghiotte
nel puro principio tutto, mare questo
                                         e cenere 

                                                                  Lossia






martedì 14 luglio 2020

Dove sono sono, junghiana-mente


pura anima junghiana-mente intesa io argento vivo alchemico mercurio disordinata vita io incessante riflessione proiezione archetipica io masturbazione io libido fantasia introiezione io invisibile puro interno prodigio


giovedì 2 luglio 2020

L’astuzia della Libido, ovvero L’eterogenesi dei fini, ovvero Non tutto il male viene per nuocere


Come pesci i fiumi si risale
il tempo tutto quanto e riconsegne
la dentatura intatta l’erezione
de’ capelli il colore originale



Praticamente sono quindici anni: compierne allora quaranta e in uno divento padre. Quindi "il dilagare della Libido a ondate". Quella, la Libido,  che per te da sola scova, addirittura s'inventa, forse, il proprio oggetto, ciò che piena la sprigiona -perché tu davvero ne hai bisogno: necessità, per esser più precisi- magari quello che trova è soltanto pretesto -se poi sia puro pretesto o vera ragione solo dopo, alla fine, si vede, quando o l’una o l’altra diviene- comunque le basta, e senza freno t'investe, a travolgenti ondate come si diceva.  Dopodiché, per un bel po' ti sei fatto un po’ male -certo però non solo quello- e ne hai fatto, di male, magari, senza stare troppo lì per il sottile a guardare,  a chi né perché né come. Ma d'altra parte,  il turbinio c'era - il ricordo ora invece del turbine, come una gran massa d'acqua trascorsa- e poi lo struggimento, e dello struggimento il ricordo fuggente.


Questo l’incendio



Questo l’incendio che il tempo risale
                                         -il peggiore-
e nel passato tutto sé dispiega;
poi banalmente,
              dopo il fuoco la cenere.


Potlach



la tua bellezza che all'improvviso da attraente e viva mi si fa quasi
mortuaria
come la compulsiva tua ideologica magrezza
trista diventa 
e la manipolazione manipolazione appare
cinico tutto quello che cinico è
l'egoismo solo egoismo
l'amore proprio non cerca l'altrui danno 
mai
non vuol ad altri propagare la propria non richiusa piaga
non diffida non infanga non infama
non tende a togliere a sottrarre
non è accumulo o progetto
l’amore piuttosto
diffusivo immenso puro spreco
potlach benedizione dono
gratuità
o non è,
e in questo caso 
poco da fare
non è

martedì 30 giugno 2020

Lockdown


Durante l’intero lockdown -due mesi e mezzo buoni- quotidiana e violentissima la proiezione della mia Libido, sopra di lei, lei ch’era tanto ferocemente e nel continuo da me desiderata, tutta investita, sommersa quasi di puro desiderio, a distanza. L’essenziale -la Vita lei, lei la Libido- era dunque per me sempre altrove -a ripensarci, nient’altro che coscienza infelice, questa- e infatti intorno il deserto quasi il vuoto avevo e compariva. In fondo, io solo desiderare volevo, lei essere desiderata: l’uno e l’altra senza riserva alcuna; e aveva lei senz’altro più di me di tutto questo -oscuramente? lucidamente?- coscienza, e aveva l’abilità, certamente, e senza dubbio la bellezza, perché questa proiezione fosse, e fosse tanto forte. Questo dunque la desiderata desiderava -fino al disturbo però (fino al disturbo, proiettivo, anch’io) anzi soprattutto, o soltanto addirittura, nel disturbo, questo era in fondo il punto: l’ho realizzato solo alla fine, e forse non poteva essere altrimenti, quando proprio non avevo una sola altra scelta, spalle al muro- questo da me cercava: l’intensità totalizzante, l’assolutezza del desiderio, al quale desiderio io  bruciassi il mio passato senza residuo tutto: io soltanto, appunto, il mio, ch’era senza valore alcuno; lei  nel mentre del suo straordinario, assolutamente niente. Questo al fondo chiedeva, e io questo al fondo per quel che ricevevo offrivo. Al termine poi di un tale sconcertante proiettivo rogo -sacrificale- un incomprensibile del tutto inaspettato davvero sbalorditivo abbandono, l’ennesimo oltretutto, per certi versi comunque l’estremo. Intorno allora e a distanza -ovunque- per me desolazione, desolazione assoluta sembrava, sembrava e invece, invece la Libido -ah rovina possibile tu, tu sola eventuale salvezza-  sempre vive muove e muta, con tutte le sue forze fino in fondo si difende, così quello che intorno e prossimo era d’improvviso verde torna, e desiderato, e da morto, come per miracolo di nuovo -finalmente- vivo.




domenica 28 giugno 2020

Più che in atto, in potenza


Lungo un'appartata strada di campagna, in mezzo ai campi dunque, vicino forse le vigne, la ricomparsa provvidenziale, davvero lungimirante,  della mia impotenza, con lei, proprio con lei -meglio abbandonare nell’occasione il “tu”-  bellissima e magrissima -a ripensarci: perfetto- e non diceva quella, l’impotenza  intendo,  come nel passato la mia inadeguatezza, il non esser mio all'altezza -in effetti, metro alla mano, non lo ero- o non essere abbastanza -in effetti, facendo due conti, forse davvero non lo ero, abbastanza- era vendetta stavolta, la mia, ritorsione piuttosto, allarme e diffidenza. La mia Libido che completamente da lei si ritraeva, prendeva un’altra strada,  a gambe levate di corsa fuggiva, a questo suo modo vendicandosi -non così lucida purtroppo la testa- più lucida Lei, la Libido, o lui (niente maiuscola, prego), intendendo la sua -nel mio caso ridotta- incarnazione organica, l'uccello. Una sorta di Bartleby-Uccello: I would prefer not to -No! No! No!- diceva con chiarezza ritraendosi, plasticamente della Libido netta questa la revoca. Quando, per quanto si dica di solito il contrario,  ragiona meglio della testa il cazzo: quindi un accorato consiglio, seguire tutti -mi raccomando-  il rigore argomentativo dell'uccello, anche se non sempre quello è rigoroso, né sempre, o non proprio, rigido. Non è detto infatti che questo sia necessariamente un male: spesso è il suo modo di parlare, di dire quello che deve dire, e in modo tanto eloquente, ed estremo, dice. Piaccia o non piaccia; così, di tutto quello che lei mi ha scritto conservo, quale congedo e memento, solo questo: “Impotente come lo sei tu”. In cauda venenum, un gran dolore acuto misto a sorpresa, però così alla fine io l’ho davvero e al fondo conosciuta, lei; posso quindi iniziare lentamente a elaborare -chissà poi per quanto- e di tutto comunque col cuore ringrazio.








sabato 27 giugno 2020

Dopo quarant’anni


Dopo quarant’anni dalla prima -fate pure ad occhio e croce due conti- mi ritrovo a vivere come una seconda straordinaria adolescenza, un’adolescenza diciamo tardiva e matura; e tutti a dire, pensando di muovere se non un’offesa quantomeno una critica: -Sembri un adolescente- ed io di conto: -Appunto, sembro un adolescente


Lo stato d’animo, l’energia psichica, la confusione e il tumulto, la violenta oscillazione emotiva, per certi versi l’aspetto fisico: dell’adolescenza -integrale- la forma.

Aure



Nei luoghi più improbabili -sperduti parcheggi, campi desolati- dove la Libido (chiamatela pure lo Straordinario, la Vita-stessa, il Sacro) si manifesta sotto forma privilegiata di pompini,  proprio lì, attorno, si produce e si dispiega come un’aura formidabile,  che nel tempo a lungo dura: ecco, quando quest’Aura-Pompino all’improvviso cessa, allora, e solo allora, è davvero finita. Non resta che procedere a questo punto alla stesura, accurata, d’una mappa delle varie apparizioni.

V.

sabato 13 giugno 2020

Tuesday







Ascoltavo un lungo brano di Brian Eno, Thursday afternoom, riflettendo sull'etimologia di Thursday, da Thor, il dio germanico del fulmine, come appunto il latino Giove (giovedì), poi Wednsday -ho letto derivi da Woden/Wotan, dio piscopompo al pari di Mercurio (mercoledì)- quindi Tuesday: martedì. Ho così scoperto che il dio germanico della guerra -il corrispettivo di Marte- prendeva il nome di Tiw/Tir: viene in mente il francese tuer, uccidere.

A Luigi, che non è ovviamente Luigi, da Marco che non è ovviamente Marco



Mah: ci conosciamo ormai da più di trent'anni -però da una decina e passa a ripensarci non ci vediamo- e da altrettanti anni, una trentina appunto, ci leggiamo con regolarità, reciprocamente, e ancora mi stupisco, e ogni volta di nuovo penso: c'è il Luigi-Mondo, uno straniante e coerentissimo Luigi-Mondo. Sarà l'età -che c'è, poco da fare, e per fortuna- a far ridire sempre il Medesimo, comunque nel mio caso mi sa ch'è proprio Natura: compulsivo-ossessivo-fittonativa. Ad ogni buonconto -ancora, di nuovo, come sempre- un altro perturbato Chapeau!

Marco Avverso