martedì 11 maggio 2010

Domenica 8 Maggio Eugenio Scalfari da Fazio Fabio (Luigi Tredici)

Domenica 8 maggio da Fazio Eugenio Scalfari ( a cui segretamente voglio un po' di bene) ci spiegava che stiamo entrando in una nuova Era (perchè ultimamente è diventato filosofo -o storico nopn so bene la differenza-e non più (solo)giornalista...), e cioè che è finita l'Era Moderna e che inizia l'Era che, con un termine un po' incomprensibile, lui definisce 'dei Contemporanei' ( quelli che scrivono 'per' con la 'x' della moltiplicazione, etc..). Sarebbero per l'appunto i nuovi barbari 'ma senza accezione negativa, ma solo perchè parlano un altra lingua'. 'Io questa cosa qui l'ho già sentita'- mi dico (a me stesso).
Scalfari non si rende conto che sta rispiattellando/ riproducendo/risuonando pari pari le stessi tesi/canzone che sempre da Fazio un anno fa, Alessandro Baricco sosteneva/suonava presentando un nuovo libro che si chiama 'I Barbari' (Feltrinelli, mentre il libro che presentava Eugenio - 'Nell'alto mare aperto' mi pare - nei commenti leggerete che è di origine dantesca - è Einaudi) e poi l'analisi di Baricco (sul mondo circostante) sembra più disinteressata/distaccata mentre quella di Scalfari è condizianata/accecata dalla rabbia enorme (che forse lo tiene in vita) per la ascesa sempre più celeste di Berlusconi (presso la cui principale TV mi sembra che lavori la figlia ).
Dunque in pratica Scalfari ha fatto una cover di Baricco + rabbiosa e tragica.
Ma non è finita qui. Se ci pensate il libro di Baricco riprende le tematiche del suo (di Baricco) autore preferito MacCharty -per esempio del MacCharty di 'Non è un paese per vecchi' dove i valori dei Padri (i 'moderni' di Scalfari) sono annientati da un imbarbarimento di origine oscura[il serial killer con il fucile a pompa, per dire...].
Quindi l'idea di Scalfari parte da lontano.
Mi son piaciute molto tuttavia due cose che ha detto Scalfari: una che per capire un epoca si affida di più ai romanzieri che ai filosofi, due che i nuovi barbari i gggiovani di oggi non contestano più le idee dei padri , le ignorano proprio.
Da una parte uno scenario fantastico, un mondo senza padri.

Ma non poteva mancare da parte di Scalfari un riferimento al suo Padre Reale con un aneddoto. Suo padre reale era appassionato di Leopardi (poteva essere altrimenti? Poteva essere per caso un appassionato di Carducci? e il piccolo Eugenio aveva osato dire che nelle poesie di Leopardi era presente una forte pulsione sessuale che Giacomo doveva evidentemente siccome disgarbava alle donne soddisfare da solo (con la sua mano insomma). Il padre gli aveva in seguito a quello insolenza ed essendo anche in regime di coprifuoco di andarsene di casa (tipo padre di Kafka).
La mamma di Eugenio però lo accompagnò sull'uscio di casa, e gli disse (adoro) : " Stai qui sul pianerottolo, fra dieci minuti gli passa e rientri".

Per me che non ho mai avuto il piacere di avere un padre la famiglia di Scalfari mi appare meglio di quella del Mulino Bianco, con il babbo burbero e amante di leopardi, e la madre comprensivA.

Ecco una altro mondo fantastico, i padri Autoritari e le mamme Comprensive.

In ultimo Scalfari non ha potuto fare a meno di citare Calvino, ma è giustificato perchè ne era compagno di banco, e Montale.

2 commenti:

  1. Hai ragione: bello davvero, il titolo (del libro di Scalfari).
    Se non ricordo male, Dante :)
    M.A.

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  2. Più interessante la categoria baricchiana della "barbarie", meno moralistica e abbastanza avalutativa, rispetto a Scalfari, che fa il Papa (Laico e Moderno).
    Però che eleganza.
    Se ne vedono pochi con altrettando stile (e spocchia, va detto).
    M.A.

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