mercoledì 29 giugno 2011














Alcune notti fa guardavo, in rete (siano benedetti, nei secoli, tutti coloro che l'hanno tessuta!), una storica intervista di Pasolini ad Ezra Pound.
Deferente, Pasolini parlava di tutta la cultura che, nei Cantos, si cumula passo dopo passo, pagina dopo pagina, e l'altro rispondeva che le citazioni erano " a casaccio".
Diceva letteralmente, in italiano, " a casaccio".
Secondo necessità musicale, non concettuale.
La naturalezza taoista avrà giocato probabilmente la sua parte.
L'affiorare naturale e musicale delle citazioni, e delle immagini.
Leggere i Cantos come si scende in un fiume, o nel mare.
Quello che ti rimane, ti rimane, quello che capisci, capisci:
"quello che davvero ami, non ti sarà mai tolto
il resto è scoria".
Un'esaltante avventura estetica.

2 commenti:

  1. bellissimo post! le citazioni a casaccio..perchè dopo un pò diventa difficile seguire il filo logico LUIGI Tredici

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  2. Concordo, non sulla bellezza del post, ovviamente, ma sulla bellezza dell'"a casaccio" di Pound. Non si segue il filo logico, perchè il filo logico non c'è, c'è un filo analogico, musicale, un flusso. Tu entri dentro, nella corrente, e leggi/ascolti, e dici sì o dici no.
    Ecco.

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