a fior delle tue labbra come a
fiotti
a sbocchi di sangue torna
disordinato quanto opprimente il
passato
di entrambi, mentre la malattia sfalda
completamente
sulla tua bocca la trama già
approssimativa
dei giorni stati, tornano le molte corna fatte
-vere o presunte che siano quelle ad ogni modo confessi-
come pure le confuse e improbabili
riproduzioni,
il trauma -Ma è
successo davvero? chiedi-
l'incidente proprio
davanti casa, un volo
di diversi metri in aria, con tanto
di cuscino
-me l'hanno raccontata così- sotto
la testa
sull'asfalto, e tutto il denaro perduto le case
-Sei stato un vero investimento! ripete Dante-
ecco le diverse città coi
rispettivi e pertinenti
dolori, nonché gioie: cominciamo pure dalle torture
fiorentine, poi a Siena
l'ospedale che adesso
è un bel museo -medievale- il Gran Maestro
Professore
aveva purtroppo in Accademico Odio, in
Gran Dispetto
-Pare che operi coi bisturi bordati
di velluto
nero- Mister T.W. in London, Mia
Vera Luce
Mio Soter -a
Gentleman, a Lord- ma lasciamo
stare
quello ch'è mio e mio soltanto;
nel frattempo
ti si rimescolano dentro i vivi con
i morti
e bisogna ogni poco far l'elenco,
ben aggiornato,
di quelli che sono ancora e quelli
che non sono
più: tu ormai Penelope
involontaria, involontaria tela,
Euridice rediviva sulla morte spaesata