martedì 22 ottobre 2019

Vorago Vertigo Caligo


Non ricordo bene cosa volessi scrivere, dunque ripeto per il momento solo il titolo: 
Vorago Vertigo Caligo

banalmente quindi lo traduco:
Voragine Vertigine Caligine

al resto poi ci penso


lt()

non so cosa sia
ma vederti girare nuda
in casa (mia)
è il mio cimelio di ricordi - il traguardo più
 grande della mia vita
 lo so che è assurdo
che vale meno di una laurea (ognuno è libera di pensarla come vuole)
 l'idiot savant sordomuta ma bella
Hors Catégorie

-i concetti provvisori sono fra parentesi
l'unica realtà è quella del tuo cul.o

martedì 15 ottobre 2019

Phersu




"Phersu compare sugli affreschi della Tomba degli Auguri, a Tarquinia (530 A.C.). Su un muro della camera mortuaria due personaggi si affrontano. Il primo porta una maschera scura che gli nasconde il volto e una barba bianca(?) che sembra posticcia. Un'iscrizione lo designa come Phersu che significherebbe, quindi: uomo mascherato, portatore di maschera. Questo personaggio tiene una lunga corda che si attorciglia attorno alle gambe e alle braccia del suo avversario. Un'estremità di essa è legata al collare di un cane che morde la gamba sinistra del secondo lottatore, la cui testa è avvolta in un lenzuolo bianco e che, con la destra, impugna una mazza. Il sangue cola dalle sue ferite. Lo stesso gruppo di personaggi è rappresentata sulla parete opposta. L'uomo mascherato non ha più né guinzaglio né cane. Fugge a gambe levate inseguito dal suo avversario, verso il quale egli gira la testa, tendendo il braccio destro con la mano alzata. [...]"
(Jean Pierre Vernant, Figure idoli maschere)



"E concesso che Phersu sia un'anonima maschera (di chi?), è personaggio tragico o comico? Dove svolge la sua parte? Ma qual è la vera origine della voce Phersu? [...] Phersu è il dio dell'Averno, nel suo originario significato di "scissione", "divisione", "parte", e si pensa all'italiano "partire" che denota allontanarsi: per chi sa dove? La chiave di questo labirinto sgomentevole la ritroviamo a un tratto nascosta in sillabe trasparenti, come il babilonese persu (separazione) dal verbo parasu (separare, fare in parti), da cui ha origine anche parsu (diviso), il latino pars. Dalla base semitica sorge anche l'ebraico pàras nel senso di "dividersi", "separarsi", "allontanarsi".

 (Giovanni Semerano, Il popolo che sconfisse la morte)


Phersu, ho dunque letto (o così mi pare d'aver fatto) -J.P. Vernant, Figure idoli maschere- è il dio infero etrusco che indossa la maschera, la quale maschera al contempo cela e mostra la morte, vero e proprio volto, essa,  della morte: la maschera mortuaria, nota Vernant (?) appunto copre e insieme rivela le fattezze del morto. Il cruento rito-gioco sacrificale, presente nella Tomba degli Auguri, è possibile quindi raffiguri Phersu che tormenta nell'oltretomba un trapassato, con esso giocando crudelmente e beffardamente allontanandosi. Lo scontro gladiatorio, visto derivare da questi violenti giochi funebri, assumerebbe in questo modo altra pregnanza e significato, diventando raffigurazione di questo sinistro gioco ultraterreno. Una scena dunque, quella gladiatoria, legata alla morte, non solo perché la precede e la implica, ma anche perché rappresentazione dello scontro-gioco post mortem.
Da Phersu -dio infero e mascherato, beffardo e mortuario- nella nostra lingua "persona, "personaggio"; sempre da Phersu -con altri, Wotan innanzitutto- Arlecchino.


Io avevo pensato a "perdere", che deriverebbe da "per" ( indicante deviazione, malo modo) "dare" , "mandare in rovina": la mia fantasiosa etimologia sarebbe, invece,  "Phersu" "dare", dare al dio degli Inferi, al dio infero.


L'atroce gioco funebre, raffigurato nella Tomba degli Auguri, presenta come detto due figure: una mascherata -Phersu, appunto- con al guinzaglio un cane feroce da lui aizzato, e  una fune per imbrigliare il tormentato-contendente; l'altra figura, invece, resa cieca -bendata- da un sacco o lenzuolo, dotata di un randello, o clava, con la quale dovrebbe abbattere il cane, o Phersu stesso: ne discendono i gladiatori, certo, ma anche -dalla seconda figura- la pentolaccia. L'atroce origine della pentolaccia. 







Lossia

giovedì 10 ottobre 2019

Haru Hara Hira Har



Haruspex, nel mondo etrusco prima, quindi romano, colui che "legge", "osserva" -spex dal latino specere, "osservare, guardare": speculum- colui che osserva con attenzione le "viscere", le "interiora", in etrusco haru. Per quest'ultimo termine alcuni rimandano al sanscrito hira, "vena"; altri al termine accadico har, tradotto come "fegato"; Semeraro parla dell'accadico har, haru, e del sumero hara, termini che indicano tutti "recipiente, contenitore"; raggiungendo poi l'estremo oriente -il giappone, esattamente- troviamo hara, "ventre", come sede-centro dell'energia vitale individuale -hara kiri, recisione del ventre, e recisione del principio di vita- ma anche haru, "sole", fonte cosmica della medesima energia: il ventre-sole (rosso) del Giappone. Nella bandiera in effigie Hara-Haru: l'interno l'esterno, l'energia che tanto fuori quanto dentro in ogni direzione si sprigiona.



A bocca aperta


Che ci fosse sotto qualche cosa, forse, lo diceva l'affettazione certo in mole enorme,  e il fumus divagationis davvero ingente, poi lo ribadiva; ma addirittura il padre che due volte muore -per giunta entrambe male: di male illo tempore brutto, nello sfacelo adesso- morto e rimorto, il padre appunto: chi se lo immaginava? E chi s'immaginava poi la narrazione grottesca e atroce, con la bara a traboccar di vermi? Noi, a bocca aperta tutti: sconcerti.


martedì 8 ottobre 2019

- di lt


pensavano fosse sua moglie invece era la sua bandante michele dinues-kyi si era perso sulle strade dell'entelechia
lungo la strada che dalla potenza porta all'atto secondo aristotele che ha insufaltoo le idee del suo maestro nella sostanza materia.
 Maestro così pelagatti ha Nomato mister Giampaolo.. Maestro Zdenek Maestro di tutti nonchè del Comandante ernesto maurizio Che sarri 

Gradara - di LT

Continue vessazioni auto
Battitura col bastone auto
Ridendo, qui ridono sempre,
Più che un luogo di lavoro è un allegro bar.

Vai a installare un apk.
Anzi 10.
Faccia due etti.

Colleghi complici.
Colleghi muti.

A loro insaputa.
Una caserma.
Un film di Totò e Peppino.
Gerarchie.
Nomi aulici
Posizione organizzativa.
Enti inutili come funghi .
Gradara da bar.
Contadini applicati a nuove problematiche.
Incarichi apicali. 

La famiglia italiana, quella indissolubile. 
Aspettiamo quella islamica.


Il posto fisso. 
Compri l'Apple watch. 
Coltivi la spiritualità nel molto tempo libero con Chaiara Gamberale e Gramellini Duval. Nerd. Le donne del museo. E se assumono un uomo. 
Hanno paura degli uomini neri a scroccare il wifi. 

Cambia la password. 
Schiavo3  

Ti ricordi.mica la password.

Chiami te la Rossi. 

Scrivi una mail alla ditta. 

Lavori per categorie protette. 
Special needs. 

Ingegneri che fanno muro. 
Laureati in scienza della informazione.

Poi sopra le posizioni apicali.

Un tramezzino al bar con l'uovo, grazie

domenica 6 ottobre 2019

Menstruum





Menstruum, per me significava sostanzialmente “flusso, “corrente” -equivalendo nella mia sommaria idea al samsara- certo mettevo in questo modo un poco in ombra ch’è il flusso mensile (men-struum), il flusso femminile, legato al ciclo -“ciclo” esso stesso, appunto- della donna e della luna. Quello che invece proprio non sapevo, o che avevo dimenticato affatto -difficile poi dire quando è l’uno o l’altro caso, o dire se i due casi non sono alla fine uno- era il suo senso alchemico, quello radicalmente dissolutivo: il menstruum  “solvente universale”, il flusso purgatore, flusso che le scorie tutte discioglie, a lasciar l’oro -per chi in quest’oro crede- intatto e puro; per tutti gli altri: l’acqua nichilatrice e basta, o per dir meglio, l’acqua che alla fine e in fondo ripristina il principio, “l’umidore radicale”, sé.




giovedì 3 ottobre 2019


fede materiamistica, la mia

Lossia