mercoledì 31 gennaio 2018

Riscatto, colleghe speranza e carità (luis13-2018)

Biografie interessanti puoi 
iniziare 
da quella di John Lennon.

Alla fine dovresti capire 
che non si da  riscatto.

Mai

(luis13-2018)

Lo Yoga Sūtra (devanagari: योगसूत्र; "aforismi sullo Yoga") di Patañjali- Estratto - Luiis13-2018

Supponi 
« Supponi che io stia meditando su un libro, e che gradualmente sia riuscito a concentrare la mente su quello e percepire così soltanto sensazioni interne, il significato, inesprimibile in qualsiasi forma — questo stato del
dhyana [meditazione] è il samadhi. »

Luiis13-2018

L'amore è una fiammella (Luis13-2018)


L'amore è una fiammella da consegnare alle generazioni future, non l'ho detto io l'ho letto mi pare in un libro di Cormac McCarthy - il libro è The road,
credo sia molto Vero/Condivisibile/Ragionevole,
 una logica a 6 valori, fra l'altro .

Io nella mia indefinibile vita ho visto questa fiammella nella mani di mia nonna, in certi pochi atteggiamenti di una nonna, o della mamma forse
mettiti la maglina dentro.
Devi cercare di non spengere questa fiammella, dice Cormac e/o Sigmund Freud
non saprei, dopo dico perche nomino Sigmund, anzi non me lo ricordo già più.



by Luis13-2018

martedì 30 gennaio 2018


De profundis


anche al più piccolo canotto
concesso è il dono dell’abisso

*   

lontanarsi scrutar sorpreso
dell’acqua luminoso il pelo
               
*

dentro l’acqua gelida incarcerato, giù
a sprofondo, ne lo ‘nfernale addiaccio


lunedì 29 gennaio 2018

La materia del filosofo















Io son metallo e non ho forma alcuna
    Anzi ho tutte le forme e son Miniera; 
    Trago dal Sol in Ciel l'origin vera,
    Mi alimenta sotterra ognor la Luna.

Qui nel Centro dell'Acqua ho la mia Cuna,
    Là nel Centro del Fuoco, è la mia sfera;
    Esco lucido Spirto in veste nera,
    Nudo corpo son preso a l'aria bruna.

Pietra son, ma, se m'apri, al volo un vento,
    Vento son, ma se chiuso, un Piombo in mole,
    Vapor, se fervo, e se m'agghiaccio, Argento.

O Miracol dell'Arte! Ella se vuole
    Io di Foco, che son Acqua divento,
    D'Acqua mi cangio in Sal, di Sale in Sole



Francesco Maria Santinelli


sabato 27 gennaio 2018

Finale o nigredo



Per finale o per nigredo ascolto

della merda il buio silenzio
                              

martedì 23 gennaio 2018

L’angoscia (2)


L'angoscia, secondo Heidegger, manifesta e realizza l'alterità dell'uomo rispetto al mondo delle cose, a quella che lui chiama semplice presenza. Nell'angoscia il mondo è respinto nel nulla, si annienta, e l'uomo percepisce sé come nulla rispetto alla mera oggettualità. Nell'angosciato essere-per-la-morte, si mostra l'autentico fondo ontologico dell'uomo, il Nulla, fondo senza fondo; e in questo la sua solidarietà, il suo intimo legame con la semplice presenza, con le cose, è tolto, cessa. L'angoscia heideggeriana, attraversata e incrociata la dialettica Servo-Padrone, sembra fare tutt'uno col nobile distacco di Maestro Eckhart.


L’angoscia (1)



L'angoscia, proprio mentre anticipa il nulla della fine, ripete e rammenta l'indistinto abisso dell'inizio.
L'angoscia come ricordo del nulla originario, dell'inconscio mare primo, della materia:


marnerinesauribile

fittacquabuiovunque




sabato 13 gennaio 2018

E continuando



Nel proprio pensarsi come del tutto irriducibile al piano naturale, ad ogni qualsivoglia oggettualità e forma, l’uomo realizza l’Assolutamente Astratto, l’Assolutamente Indeterminato, il Semplice, il Trascendente, e l’Assolutamente Primo. Siamo nella Notte dove tutte le distinzioni precipitano. Qui Puro Spirito e Prima Materia coincidono, coincidono Nulla ed Essere, Pura Coscienza e Inconscio, Per Sé e In Sé. È Apsus-Abgrund-Abyssos, che l’uomo nel conoscersi/sapersi senza natura né figura alcuna, al tempo stesso riconsegue e ricostituisce.


giovedì 11 gennaio 2018

Una farneticazione


Una farneticazione probabilmente,  grossolano hegelismo mal digerito, e capovolto materialisticamente. La Materia-Madre che fonda/genera lo Spirito-Figlio-Uomo. Spirito che dalla Materia deriva e che della Materia al tempo stesso è Negazione: lo Spirito-Uomo è Nulla, Assolutamente Altro da essa. Ma è attraverso questo Nulla da lei stessa generato, attraverso la negazione di sé, la propria completa alienazione, che la Materia di sé prende coscienza. Ora questa coscienza dell’uomo d’essere un Nulla prodotto dalla Materia, per mezzo del quale la Materia si pensa, toglie alla radice l’opposizione tra Uomo-Nulla-Spirito e Materia. Materia e Nulla si riconciliano. L’abisso della Divinità, dello Spirito e della Materia si confondono ( Bruno, Davide de Dinant):
Una ergo substantia est, quae est Deus, hyle et intellectus.
Aggiungerei Inconscio/Es/It.
***


"Questo generar la Madre è un purificarla -è purificarsi e purificare uno actu- epperò propriamente è trasformare in Vergine la "Prostituta di Babilonia". [...] Questo è il risultato dell' "incesto filosofale." (Julius Evola, La Tradizione Ermetica)

Ecco, questo ermetico "generare la Madre",  nel senso appunto di rigenerarla, di purificarla purificandosi al contempo, io penso vada inteso come il ricostituire la Materia Prima, la materia abissale, vergine cioè di ogni determinazione, la materia precedente le forme. Il Figlio che fa Vergine la Madre: il pensiero -umano/filiale- della materia avanti -ovvero senza- tutte le (prostitutive) cose esistenti.

lunedì 8 gennaio 2018

Ancora la Madre il Mare l'Inconscio la Materia

Risultati immagini per solaris tarkovskij



Provo a leggere, tra una colica renale e l'altra, o forse proprio a causa loro, Il Trauma della Nascita, autore Otto Rank, un freudiano eretico.  Naturalmente, come innumerevoli altri libri, anche questo avrei dovuto leggerlo da tempo; ad ogni buon conto, per quanto con colpevole ritardo ne ricavo che la vita psichica, anzi bio-psichica,  per Rank risulta tutta segnata da questa originaria separazione -la nascita- e dal tentativo sempre destinato al fallimento-in diversi modi e gradi- di riconseguire la condizione prenatale, equorea avvolgente e libera, aspirazione ultima d’ogni forma di libido. L'atto sessuale tenterebbe questo impossibile ritorno. La morte concepita come annientamento, recherebbe tracce del medesimo ritorno inconcepibile. E mi chiedo se il primo, l'origine siano davvero e solo le materne acque prenatali. Oppure se in quelle e dietro non si mostri piuttosto l'indistinzione sterminata -le acque- dell'Inconscio (Jung). E non fa quest’ indistinzione tutt'uno, mi chiedo ancora,  con quella della Materia? Con l’alchemica Prima Materia? Con la Dio-Materia, ch’è Madre e Mare (Bruno e di D. de Dinant)?

"Je voudrais rentrer dans la nuit qui n’est pas la nuit, dans la nuit sans étoiles, dans la nuit sans dieux, dans la nuit qui n’a jamais porté le jour, qui n’a jamais rêvé le jour, qui n’a jamais produit le jour, dans la nuit immobile, muette, intacte, dans la nuit qui n’a jamais été, et qui ne sera jamais. Ainsi soit-il."


domenica 7 gennaio 2018

Inferno



Alla tv passava che per Von Balthasar l'inferno
può benissimo star vacuo: a ciascun dunque 
può capitare d'esser lì il primo, e l'unico a restare


L'inferno, dove il male per l'eternità punito sopravvive, è l'eterna precondizione della libertà: senza non ci sarebbe in senso radicale scelta. Solo tonalità e gradi del bene, opzioni piuttosto che  scelte. Perché l'uomo sia libero, almeno uno deve essere dannato. E ciascuno può essere quell'uno, che dannandosi rende tutti liberi. Direbbe forse Borges (qui con ignominia lui seguo): quell’uno è Giuda.

Lossia

martedì 2 gennaio 2018



Non sono un poeta

di frammenti: piuttosto in frammenti

                              un poema