lunedì 27 aprile 2015

Resistenza e apocàstasi





I termini del titolo sembrano non aver niente a che fare l'uno con l'altro, e in effetti sotto molti aspetti questo è vero.
Resistenza è termine di ambito storico-politico, abbastanza diffuso, anche perché la Resistenza costituisce, o meglio, dovrebbe costituire, il fondamento storico e valoriale della nostra Repubblica.
Apocatàstasi, invece, è termine molto più inconsueto, che appartiene all'ambito filosofico-teologico.
Per quel che ne sapevo, prima di leggere la relativa voce Wikipedia per il post precedente, consisteva nella dottrina della salvezza universale teorizzata da Origine, e condannata dalla chiesa come eretica.
Ho scoperto, invece, con un certo entusiasmo, che era, in precedenza, concetto stoico e neoplatonico: ripristino delle condizioni originarie, nel caso poi dello stoicismo, dopo la conflagrazione universale.
In Origene, credo, la bontà divina ripristina, alla fine del tempo, l' originaria unità: tutti sono reintegrati, come al principio, nel Figlio, assimilato allo stoico Logos (pan)spermatikòs.
Ma il tempo cristiano non è ciclico, le condizioni finali non sono quelle iniziali, al termine del processo storico non tutto è ricompreso, riassorbito, in Dio.
Una parte della creazione -il male- sarà per l'eternità esclusa dalla divinità.
Ed ancora una volta, non possiamo non dirci cristiani.
La guerra non è stata, dunque, Conflagrazione-Azzeramento, cui è seguito un nuovo inizio, indifferente tra le parti; nessuna Apocatastasi-Pacificazione, quindi,  che tutto riassorbisse indistintamente.
C'è stata Apocalisse, nella quale il Bene ha sconfitto il Male, e lo ha giudicato.

Illo


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