martedì 3 gennaio 2017

Mia mamma




a fior delle tue labbra come a fiotti 
a sbocchi di sangue torna
disordinato quanto opprimente il passato
di entrambi, mentre la malattia sfalda completamente
sulla tua bocca la trama già approssimativa
dei giorni stati, tornano le molte corna fatte
-vere o presunte che siano quelle ad ogni modo confessi-
come pure le confuse e improbabili riproduzioni,
 il trauma -Ma è successo davvero? chiedi-
l'incidente proprio davanti casa, un volo 
di diversi metri in aria, con tanto di cuscino
-me l'hanno raccontata così- sotto la testa
sull'asfalto, e tutto il denaro perduto le case
-Sei stato un vero investimento! ripete Dante-
ecco le diverse città coi rispettivi e pertinenti
dolori, nonché gioie: cominciamo pure dalle torture 
fiorentine, poi a Siena l'ospedale che adesso
è un bel museo -medievale- il Gran Maestro Professore
aveva purtroppo in Accademico Odio, in Gran Dispetto
-Pare che operi coi bisturi bordati di velluto
nero- Mister T.W. in London, Mia Vera Luce 
Mio Soter -a Gentleman, a Lord- ma lasciamo stare 
quello ch'è mio e mio soltanto; nel frattempo
ti si rimescolano dentro i vivi con i morti
e bisogna ogni poco far l'elenco, ben aggiornato,
di quelli che sono ancora e quelli che non sono
più: tu ormai Penelope involontaria, involontaria tela, 
Euridice rediviva sulla morte spaesata




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