domenica 26 agosto 2018

Gian Pio Torricelli

Disturbo? 
No, non disturba, ma non l’attendevo a quest’ora.
Non è presto. Mi hanno detto che è il momento migliore.
Per chi? Per lei?
Cosa sta facendo? 
Mi rado, mi rado spesso. Più volte nel corso della giornata.
Com’ è una sua giornata?
Sono tutte uguali, le giornate.
Anche la notte?
Non lo so. La notte dormo.
E sogna?
Non sogno. Il sogno poi se ne va con le prime luci del mattino. Ma la notte accadono cose che il giorno non dev sapere.
Che cosa non si deve sapere?
Durante la notte si scatenano le paure. La notte siamo inermi, indifesi attaccatili.
Lei si sente attaccato?    
A volte sì. Bisogna proteggersi dalle tenebre. Mi difendo a volte dormendo, a volte vigilando.
Sta bene qui?  
Mi faccio la barba, mangio, passeggio, fumo. Non mi fanno fumare in camera.    Anche adesso che sono solo.                            
Prima non lo era?
Dividevo lo spazio con un altro. È difficile convivere.lui voleva la televisione spenta, io accesa. O viceversa. Io desideravo, la luce lui il buio. Lui mi chiedeva la uau qu, io tacevo. Problemi di convivenza. Mi piace star solo.

Allora adesso sta bene?
Non lo so. Come faccio a saperlo? Qui si sta in attesa di stare bene. Sto bene senza veramente stare bene.
Come passa le ore? 
Gliel’ho detto: barba, passi, fumo, mangiare. Adoro i dolci. Non ho voglia di salato, come non ho voglia di parlare con altri .  

[…]

Comunque per evitarlo (il servizio militare) mi sono inventato poeta.
Cosa scrisse? 
Un libretto che intitolai  Stechiòtrono. Erano parole liberate. Poi scrissi: Dunque cavallo. 
Le manca la scrittura? 
No, ho avuto il mio tempo. Ogni cosa ha il suo tempo. Dovrà passare almeno un milione di anni prima che ricominci a scrivere. Il solo rimedio nella mia vita è la continenza.
    


Da La repubblica, Robinson, 23 Agosto 2018, intervista di Antonio Gnoli a Gian Pio Torricelli, casa di riposo, periferia di Modena.






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