lunedì 5 agosto 2019

Non ricordo di preciso che stagione fosse


Non ricordo di preciso che stagione fosse: la tarda primavera forse, o forse dell'estate più che l'inizio probabilmente la fine; eravamo comunque a pranzo -inedito per noi- sul lungarno, all'aperto, con Francesca e Maurizio. E' stata l'ultima volta che ho visto Maurizio, quella, poi solo qualche maldestra telefonata, imbarazzante e tenebrosa. Alla fine di quel nostro pranzo estremo, fresco però e luminoso, ricordo che tornavamo a piedi verso casa sua, chiacchierando, e lungo strada -forse in una piazza, uno slargo: una radura- si fermò,  ricordando come da bambino giunto lì sentisse -sempre- il profumo dolcissimo dei brigidini arrivare: ce n'era un tempo, disse, nei pressi una fabbrica. E passando ora di là, proprio ogni volta, mi viene intenso in mente il profumo di quei dolcetti, quasi col naso lo sento, quell’odore-ricordo, remoto, di un barbuto falsamente scorbutico professore, che alla morte si incammina rammentandosi, con me, di sé bambino: il ricordo quindi di un ricordo scrivo, qui, vivo.


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