giovedì 10 ottobre 2019

Haru Hara Hira Har



Haruspex, nel mondo etrusco prima, quindi romano, colui che "legge", "osserva" -spex dal latino specere, "osservare, guardare": speculum- colui che osserva con attenzione le "viscere", le "interiora", in etrusco haru. Per quest'ultimo termine alcuni rimandano al sanscrito hira, "vena"; altri al termine accadico har, tradotto come "fegato"; Semeraro parla dell'accadico har, haru, e del sumero hara, termini che indicano tutti "recipiente, contenitore"; raggiungendo poi l'estremo oriente -il giappone, esattamente- troviamo hara, "ventre", come sede-centro dell'energia vitale individuale -hara kiri, recisione del ventre, e recisione del principio di vita- ma anche haru, "sole", fonte cosmica della medesima energia: il ventre-sole (rosso) del Giappone. Nella bandiera in effigie Hara-Haru: l'interno l'esterno, l'energia che tanto fuori quanto dentro in ogni direzione si sprigiona.



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