sabato 20 agosto 2016

Bachofen



"Come foglie nella foresta sono le generazioni umane;
Ora il vento getta a terra le foglie, ed altre ne produce di nuovo
La foresta dai nuovi germogli, quando primavera rivive:
Tali le stirpi umane, l'una sorge e l'altra scompare.

Un'unica legge sovrasta la creazione superiore e quella inferiore. Simili a foglie d'albero sono le stirpi degli uomini. Le foglie d'un albero non nascono l'una dall'altra, ma tutte dal tronco. La foglia non genera la foglia, è il tronco che tutte le produce. Lo stesso accade per le generazioni umane secondo la concezione propria al matriarcato: quel che viene generato appartiene alla natura femminile che lo ha dato alla luce e lo nutre. Questa madre è sempre la stessa - in ultima analisi, essa è la Terra, di cui la femmina terrestre perpetuantesi nella serie delle madri e delle figlie rappresenta l'incarnazione. Come le foglie non sorgono l'una dall'altra, ma tutte dal tronco, del pari gli esseri umani non nascono l'uno dall'altro, ma tutti dalla forza primordiale della materia, dal ceppo della vita. [...] Dal punto di vista del matriarcato non c'è differenza tra l'uomo e il resto della creazione tellurica e giudica l'uomo (come le piante e gli animali) solo sulla base della materia dalla quale visibilmente scaturisce: ogni figlio è il figlio della madre, e, di là dalle varie generazioni, ha una sola progenitrice, la Terra, la Madre primordiale."

(Da Le Madri e la virilità olimpica,  scelta di passi da Das Mutterrecht, trad. Julius Evola)

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