sabato 20 agosto 2016

Demone estivo per me la metafisica (1)




Del principio femminile -la Natura, la Materia- dell'archetipo della Madre direbbe Jung, Leopardi non vede che il negativo: è Matrigna, non Madre, destìna tutti  alla sofferenza e alla morte; il senso di ciò che essa genera sfugge, se ne comprende solo il dolore; la legge -incomprensibile appunto-  che impone ad ogni esistente è la fine: tutto dolorosamente è destinato a perire, tutto esiste solo per finire, inesplicabilmente. Ogni essere è "essere per la morte". Per Leopardi dunque il primum, il fondamento metafisico è caratterizzato come femminile, ed esso, o meglio, essa  è alla radice ostile, volta all'annientamento traverso il dolore.  Non sfugge però come l'atteggiamento di Leopardi sia nei suoi confronti duplice: essa è tanto grandiosa, misteriosa, meravigliosa -"antica natura onnipossente", "cosa arcana e stupenda", arcano mirabile e spaventoso"-  quanto mortale. La Natura per Leopardi ha dunque l'ambivalenza propria, secondo Otto, del sacro, appunto al tempo stesso  fascinans  et tremendum; essa ha la doppiezza dell'archetipo junghiano -della Grande Madre, in questo caso- nella quale senz'altro però prevale l'aspetto negativo, distruttivo: la Natura leopardiana rammenta davvero molto la terrificante  Dea Kalì, è Mater Terribilis. 
        A ben vedere, in Leopardi si ritrova lo stesso impianto metafisico di Bruno, solo vissuto diversamente. Bruno sperimenta, di nuovo, vive il volto positivo della Grande Madre, l'inesauribile, infinita produttività, l'incessante fecondità: ciò che Leopardi soprattutto coglie, vede e vive -il succedersi, il trapassare, in breve la morte delle singole forme in cui questa Gran Vita si realizza e sostanzia- a Bruno appare del tutto secondario, insignificante. Forse perché quest'ultimo, Bruno intendo, s'identifica del tutto con quell'esuberante principio, mentre Leopardi lo sente sì grande, ma estraneo, e semplicemente lo subisce. 

La differenza, direbbe forse Kerenyi, di chi ha partecipato ai Misteri, di chi ha visto in silenzio la spiga, sentendosi uno con ciò vive e lo prosegue, e chi non l'ha fatto.




Nessun commento:

Posta un commento